Articoli pubblicati di Elisa Mauro

Patrizia Pieroni
Generation X

Scheda articolo
Con un'ancestrale meditazione, tipica del bricoleur, Patrizia Pieroni apre ai media le finestre sulla nuova collezione invernale, che si appresta a dominare negli ambienti salottieri di mezzo mondo. Tra citazioni e miraggi, si esplica il senso dell'eterno, come padre di un infausto destino senza certezze.

Dettaglio articolo
Cos'è l'eterno se non il senso del non-senso, l'avvertito tremore di uno stadio convalescente, non più malato, ma non del tutto ripreso? Ebbene, per la nota stilista Patrizia Pieroni la donna, alla maniera dell'eterno, assume le sembianze di un manichino.
Badate bene, non per mortificare un'immagine femminea ormai ridotta al limite, ma per sottolineare il peso di un passato repentinamente remoto e di un futuro confusamente vicino, su un corpo muliebre. Solo abiti esposti, come fossero opere d'arte (anche a buon ragione), immobili nel flusso della mediazione tra due moti incastrati.
Linee alternate confondono epoche e stili. Abiti e strutture incarnano generi e tempi diversi. Ricorrono silhouttes, improntate sul total look anni '20, làscito della modellista Coco Chanel, ma anche sul rivoluzionario stile anni '50 e su quello aizzatore del decennio successivo.
L'inverno si fa caldo, grazie ai cappotti-felpa, creati per non cedere all'ansia di uscire. Mise impeccabilmente romantica per tessuti variegati in intrecci inusuali: tweed e seta, lame metalliche sciupate, taffettà imbastito con fili ferrosi e ricami preziosi di rame. Il colore riprende coerentemente la metodologia del bricolage, per fare con del vecchio il nuovo. Tutte le sfumature e le intensità di rosso, inclusi il lilla e il viola, galleggiano sulla silhouette firmata Pieroni.
Il grigio riprende presto il suo coraggio tra i toni metallici e le pieghe di seta e il rame rimanda al suo legame mitologico con il mare. Ogni cosa studiata ad arte. Perfino gli accessori, nella forma di borse, bauli e borsellini, fatti con materiale in gran parte riciclato e pezzi meccanici di orologi, rendono viva la simbologia di quel tempo, passato o futuro che sia, imprendibile.
Per concludere al meglio, l'"abito bianco", quello da sposa per intenderci, è chiamato "eterno?" per sottolineare ancora una volta la disubbidienza dell'unico tempo percettibile, il presente.

Pubblicato su Visum, quindicinale d'informazione culturale e d'arte

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