|
Ladies
Velut Luna
CD Limited Edition VLCD 02
Voci di donne e carnagioni di rose. Un'edizione limitata, studiata ad arte e realizzata con cura femminea, esce per la Velut Luna. Persino il vinile è utilizzato per dar cura ai singoli particolari, per esprimere eleganza compiuta e non solo con il protagonismo di donne accecanti, ma, anche, con l'impegno di favorire un ascolto analogico e tradizionale. Dieci brani attecchiti nel testo sacro del mondo jazz e blues, di quello pop-rock e folk. Gli anni '20 negli States, quando la musica colta era musica d'evento e le canzoni del circuito di Tin Pan Alley erano rivoluzioni anche per musical e cinematografia, e le composizioni di Jerome Kern (Smoke in your eyes) e di George Gershwin (Summertime) avvicinavano la cultura alla gente comune, vengono raccontati da figlie d'Eva, che intonano i decenni più fertili della musica. Non manca il rock degli anni '70, quello popolare, cantato da Cristina Sartori con un'originale interpretazione di Baby, I love your way di Peter Frampton. Adesso, la chitarra di Michele Giacomazzi non tradisce la ricercatezza di una voce acuta e stringente. Per rappresentare la storia della canzone d'autore italiana, la Velut Luna sceglie quella napoletana, che graffia le sensazioni più comuni con colpi di fierezza del popolo e poesia partenopea. È il caso di I'te vurria vasà, che con l'accompagnamento della chitarra di Givanni Mellone e delle percussioni di Roberto Dani, risplende nella voce di un'immensa Rossella Caporale. Anche Luisa Minetti non imbroglia questo ascolto impregnato di estasi e fughe, levando De cara a la pared di Lhasa de Sela a solennità liturgica, grazie all'accompagnamento strumentale, perfettamente conforme alla grandezza di questa preghiera di donna, del Musicamorfosi Ensemble. Gentile e domabile, è il modo di cantare di Patrizia Liquidara, che sfoggia sospiri e recuperi di riposo, mentre intona per noi Goldfinger, suonata dal Massimo Salvagnini Quintet. Quando poi Stefania Salvador fiata e a cappella canta Summertime, quella stessa che ha subìto le più numerose interpretazioni che il mondo ricordi di aver sentito per un frammento di musica e parole, le sinuose variazioni di impostazione canora si abbandonano all'attacco espansivo della chitarra di Sandro Gibellini e del sax benevolo di Massimo Salvagnini. Cheryl Porter dedica alla casa veneta due brani, You don't know what love is, scortata dalla Orchestra di Padova e del Veneto, e la sublime Gee Baby, ain't good to you, accompagnata dal Jazz Quartet di Paolo Birro, che afferra il piano per ogni tasto, mentre la tromba di Kyle Gregory azzittisce i fiati di una voce inarrivabile fra tutte, calda e carnale, l'unica, davvero degna di cantare quegli spartiti straordinari. È pur vero che i pezzi da inserire in questa raccolta per la loro complessità, diventano sempre più limitati. Allora, si decide di far cantare anche Paola Casula, ma questa volta, niente cover, solo un brano estrapolato dal suo ultimo album Nuvole di carta. Un pugno nell'occhio, forse, o l'incapacità di cantare un pezzo unico e trascendentale come i nove precedenti, o, probabilmente, il desiderio di pubblicizzare in un nuovo compact disc la propria musica, cioè quella scritta per lei da Marco Strano. Non sorprende che queste voci di donna cantino versi, eretti dai mostri sacri del jazz e del blues, anzi, ci sorprenderemmo del contrario, probabilmente. Ma, ancora, questa rivoluzione stenta a scoppiare. Gli ossimori, creati dall'associazione di Ladies con gli onori che meritano individui nati maschi, cantastorie di passioni per donne, non eclissano l'egemonia palese e approvata da noi, perfino, garbatamente. E, allora, ci accontentiamo di sentire parlare, per il momento, donne diverse tra loro, solo per il fatto di essere donne, amanti di un unico amore, oltre al protagonismo, quello per una musica creata dai pensieri cospicui che ogni musa ricopre nelle composizioni virili di artisti pieni.
Pubblicato su Musikbox, rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo
Torna all'elenco delle pubblicazioni
|
|