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Pink
I'm not dead
La Face Records - 2006
La giovane cantante rosa ricorda la sua non-morte e lo fa nella sperimentazione di primaticce forme di ascolto e visione. Il nuovo album di Pink è un collaudo di doppi sostegni tecnologici, che da un lato privilegiano l'ascolto e dall'altro, incredibilmente, diventano accorpamento di musica, momenti di pura ilarità e video. Molesta nella voglia di provocare, audace nella confezione e nel costume, la giovane cantautrice pop americana, si fa carico di una missione nuova: dissacrare il mondano circolo musicale che ruota intorno ai progetti discografici americani. Come fare, adesso, a colmare un vuoto di qualche riga per intraprendere un discorso che vive nel fumo delle parole che crea? Sospiri lunghi come le piogge di ottobre e via… Niente di più fortemente visto e ri-visto. Niente che invogli la voglia di apprendere, che istighi le nostre funzioni vitali e intellettuali. Una critica? No, una constatazione oggettiva sul perché con una parrucca rosa, un po' di denti bianchissimi e una voce sommessamente udibile, una giovane donna riesca a creare, senza eccitanti dialettiche, un album che passi per il "nuovo" album di Pink. È sempre l'"identico" che si traveste di rosa. Le canzoni sono piccoli sebi che si sciolgono di fronte alla critica di non essere una stupida ragazza americana (Stupid Girls, primo brano in scaletta). L'r&b e il pop, il pop e l'hip hop, l'hip hop e il rap, il rap e qualcuno che sia in grado di uccidere questa sua vena artistica, per favore!
Pubblicato su Musikbox, rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo
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