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Statale Settantuno
Non era Lola ma le somigliava abbastanza
Officine della Cultura 507 - 2005
Le Officine della Cultura prendono supremazia su questa garbata operetta, ispirata, liberamente, al racconto dell'autore catalano Manuel Vązquez Montalban "Happy End", dove si narrano le avventure, narrate, a loro volta, da un eroe non troppo riuscito, che viaggia per abbandonare l'idea di una donna di nome Lola, che ha amato e ucciso, o che probabilmente appartiene solo alla sua fantasia. La Statale Settantuno, tra jazz e musica folk, propongono un allegro motivo, lucido e perturbante nel complesso, ma greve nella sua scomposizione. I fratelli Ferri, Massimo alla composizione e Stefano alla voce, si circondano di simpatici ed esperti musici per la formazione di un'orchestra maculata, che parte dall'Umbria per percorrere tutte le strade pił insolite di giunzione tra cittą e campagne, luoghi incontaminati e terre troppo umane e smaliziate. Nella felicitą della musica popolare e nella meditazione di una musica blasonata, come il jazz, nella lentezza di un tango argentino e con la delicatezza di una musica parigina, la Statale Settantuno ci porta dritti al mare cubano, alla narrazioni fantastiche di un'atroce rivoluzione, dove, nel meeting Fidel-Guevara, tutto sembra afferrabile, anche il sogno di poter raggiungere le libertą di un popolo nuovamente imprigionato o il desiderio di fuggire da una donna (o dal suo pensiero), che č inganno e morte, ma anche sublime sapore di voluttą. Non era Lola diverte, stimola, consola e si frantuma in una calca di sensazioni che comprendono l'amaro e il dolce, il sano e il triviale, Platone ed Epicuro.
Pubblicato su Musikbox, rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo
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